Enrico Covelli è senza ombra di dubbio un artista intimista, perché concepisce l'arte come un suo stato interiore in continua mutazione ed evoluzione tale da favorire una comunicazione viva tra lui e le altre persone. Ecco perché durante tutta la sua giornata, egli è pervaso da pensieri, stimoli euforici, energia e pulsioni tanto intensi, che sente la necessità di concretizzarli il più velocemente possibile sulla tela. E' così percorso da questi tumultuosi stati d'animo che si ritrova a dover dipingere anche di notte: questo infatti è proprio il momento da lui individuato come congeniale in quanto l'attutimento dei rumori e l'allontanamento dalle confusioni del giorno gli favoriscono la concentrazione. Ma non solo. Lo scorrere delle ore e l'avvento dell'alba mutano in lui la percezione della luce e dei colori provocandogli sensazioni così forti che, giunta mattina, egli si trova a trarre dal quadro nuovi spunti creativi rispetto a quelli iniziali.
Questo suo agire così istantaneo, che lo porta a catalizzare sulla tela i pensieri, favorisce uno sperimentalismo ideale e creativo, il quale si focalizza in particolare sulla ricerca di nuove forme dall'impianto sia simbolico che emozionale. Le sue opere quindi sono da intendersi come un'istantanea del suo Io più profondo, fatto di intimità, riflessioni ed a volte anche irrazionalità, che si mostra poi al fruitore per stabilire un legame affettivo in grado di sollecitare il suo cuore e la sua anima. Ulteriore conferma di come l'arte sia legata a doppio filo con la biografia dell'artista la si riscontra nell'individuazione della donna come soggetto ideale: ella, oltre a diviene simbolo sia di spiritualità che viatico di interazioni interpersonali, quando è raffigurata in trilogia, cela o manifesta, in base alle necessità evocative, una dimensione prettamente familiare che si identifica nell'idealizzazione delle sue tre figlie, alle quali egli è molto legato. Questo archetipo femminile è così profondamente radicato in Covelli da divenire per lui fonte di ispirazione nonché soggetto da amalgamare con eventuali altri temi.
Così facendo, l'artista mostra una notevole versatilità e volontà espressiva, che egli declina principalmente su due versanti: l'uno figurativo e l'altro astratto. Nel primo modo, l'artista, raffigurando personaggi suggestivi o protagonisti di racconti d'evasione per ragazzi, provenienti da favole, fiabe e fumetti americani, è alla ricerca di un'aura contemplativa che possa far distrarre le persone di ogni età, perciò anche lui stesso, dalle brutture della realtà concreta, e catapultarle in un mondo meraviglioso, leggendario ed epico che infonda sicurezza e felicità. Nel secondo modo, egli, per la semplicità, l'immediatezza e la velocità esecutive, invece può liberarsi delle proprie irrequietezze interiori, che altrimenti esploderebbero al suo interno, e dar sfogo ai suoi impeti. Se nella modalità verista trasognante l'artista anela a conturbanti e rasserenanti istanze, in quella astratta sembra individuare una formula terapica per quello che il suo animo non è riuscito a far defluire e decantare, in modo da giungere ad una catarsi che egli assapora alla conclusione dell'atto creativo.
Grazie alla capacità di incanalare sul supporto questa sua energia propulsiva nonché di esternare il suo piacere pittorico, Covelli, sul piano comunicativo, riesce a colpire anche l'io dello spettatore, traviandolo. Questo gli riesce, in particolar modo, nelle opere ideali, perché l'immediatezza del gesto, seppur inconscia, risponde ad una sua innata capacità di comporre insiemi pittorici sempre in equilibrio ed armonia fra le parti e dalle valenze simboliche. E la tecnica visiva che egli usa per attrarre l'osservatore, è la grafica: essa, caratterizzata da una forte incisività evocativa, è tanto evocativa, precisa e fluida nel figurativo, quanto espressiva e scattante nell'astratto. Ma in quest'ultima modalità espressiva, si assiste ad un aumento della dimensione emblematica: una miriade di neri segni si mescolano sino a dar vita ad un amalgama composto da alfabeti, innumerevoli scritture, forme ed immagini, nonché formule matematiche, che, allo stesso tempo, racconta, descrive ed argomenta i soggetti cari all'artista, e che, quando serve, si ammanta di energie e patologie (nel senso etimologico del termine) provocate dall'aggiunta del colore rosso.
Covelli dunque, attraverso le intrinseche capacità benefiche dell'arte vuole che l'uomo sia felice e perciò lo sollecita per indurlo alla serenità ed alla integrità morale, in modo da liberarlo dalle negatività e dalle miserie che lo circondano.
Questo suo agire così istantaneo, che lo porta a catalizzare sulla tela i pensieri, favorisce uno sperimentalismo ideale e creativo, il quale si focalizza in particolare sulla ricerca di nuove forme dall'impianto sia simbolico che emozionale. Le sue opere quindi sono da intendersi come un'istantanea del suo Io più profondo, fatto di intimità, riflessioni ed a volte anche irrazionalità, che si mostra poi al fruitore per stabilire un legame affettivo in grado di sollecitare il suo cuore e la sua anima. Ulteriore conferma di come l'arte sia legata a doppio filo con la biografia dell'artista la si riscontra nell'individuazione della donna come soggetto ideale: ella, oltre a diviene simbolo sia di spiritualità che viatico di interazioni interpersonali, quando è raffigurata in trilogia, cela o manifesta, in base alle necessità evocative, una dimensione prettamente familiare che si identifica nell'idealizzazione delle sue tre figlie, alle quali egli è molto legato. Questo archetipo femminile è così profondamente radicato in Covelli da divenire per lui fonte di ispirazione nonché soggetto da amalgamare con eventuali altri temi.
Così facendo, l'artista mostra una notevole versatilità e volontà espressiva, che egli declina principalmente su due versanti: l'uno figurativo e l'altro astratto. Nel primo modo, l'artista, raffigurando personaggi suggestivi o protagonisti di racconti d'evasione per ragazzi, provenienti da favole, fiabe e fumetti americani, è alla ricerca di un'aura contemplativa che possa far distrarre le persone di ogni età, perciò anche lui stesso, dalle brutture della realtà concreta, e catapultarle in un mondo meraviglioso, leggendario ed epico che infonda sicurezza e felicità. Nel secondo modo, egli, per la semplicità, l'immediatezza e la velocità esecutive, invece può liberarsi delle proprie irrequietezze interiori, che altrimenti esploderebbero al suo interno, e dar sfogo ai suoi impeti. Se nella modalità verista trasognante l'artista anela a conturbanti e rasserenanti istanze, in quella astratta sembra individuare una formula terapica per quello che il suo animo non è riuscito a far defluire e decantare, in modo da giungere ad una catarsi che egli assapora alla conclusione dell'atto creativo.
Grazie alla capacità di incanalare sul supporto questa sua energia propulsiva nonché di esternare il suo piacere pittorico, Covelli, sul piano comunicativo, riesce a colpire anche l'io dello spettatore, traviandolo. Questo gli riesce, in particolar modo, nelle opere ideali, perché l'immediatezza del gesto, seppur inconscia, risponde ad una sua innata capacità di comporre insiemi pittorici sempre in equilibrio ed armonia fra le parti e dalle valenze simboliche. E la tecnica visiva che egli usa per attrarre l'osservatore, è la grafica: essa, caratterizzata da una forte incisività evocativa, è tanto evocativa, precisa e fluida nel figurativo, quanto espressiva e scattante nell'astratto. Ma in quest'ultima modalità espressiva, si assiste ad un aumento della dimensione emblematica: una miriade di neri segni si mescolano sino a dar vita ad un amalgama composto da alfabeti, innumerevoli scritture, forme ed immagini, nonché formule matematiche, che, allo stesso tempo, racconta, descrive ed argomenta i soggetti cari all'artista, e che, quando serve, si ammanta di energie e patologie (nel senso etimologico del termine) provocate dall'aggiunta del colore rosso.
Covelli dunque, attraverso le intrinseche capacità benefiche dell'arte vuole che l'uomo sia felice e perciò lo sollecita per indurlo alla serenità ed alla integrità morale, in modo da liberarlo dalle negatività e dalle miserie che lo circondano.