giovedì 18 giugno 2015

Iurie Braşoveanu

           
           Dialogando con Iurie Braşoveanu si percepisce come egli sia un artista colto raffinato e, soprattutto, una persona gentile il cui animo è intriso da una intima spiritualità. E guardando le sue opere si ha la conferma tangibile di questa sua personalità: esse sembrano gravitare in un'atmosfera sospesa, in uno spazio smaterializzato ed astratto e sono percorse da un senso di misticismo e di sacro. La trascendentalità che pervade i suoi lavori deriva dal fatto che egli considera l'arte come il mezzo interiore per estraniarsi dalla realtà e fluttuare in un altro mondo, fatto di pacatezza e di serenità nel quale egli possa riflettere sui grandi universali umani, emozionarsi sulle vicissitudini della vita e ricordare momenti colloquiali e familiari passati.
            Alla luce di ciò, appare chiaro che per l'artista il soggetto ideale, da cui egli trae spunto per estraniarsi dalla realtà quotidiana, è la realtà stessa. Tutto il suo lavoro è pur sempre il frutto di una rielaborazione personale del suo vissuto e della sua biografia o di quello che lo circonda, sia esso materiale o intellettuale. In tal modo l'arte assume anche una duplice valenza: la prima, diviene viatico terapeutico che permette, tramite l'evasione, una via d'uscita dalle negatività della vita; la seconda, è segno concreto e testimonianza dell'uomo da  lasciare in eredità ai posteri futuri.
            Tale concettualità in Braşoveanu è maggiormente rafforzata dal fatto che egli è anche valente pittore, o per meglio dire “scrittore” (in quanto la parola di Dio nella tradizione veniva appunto scritta con l'immagine, mediante un linguaggio codificato da secoli), di icone. Affermo questo perché sin dalla loro creazione le icone sono da intendersi come una preghiera visiva tale da condurre gli artisti a vivere in rettitudine, a sviluppare una esecuzione quasi rituale e a dialogare con la spiritualità....insomma acquisire la capacità di estraniarsi dal mondo materiale.           
            E per cercare di esprimere al meglio questi temi, si avvale di una suggestiva fusione tra il figurativo realista, che gli deriva dalla passionalità verso geni dell'arte come Michelangelo o Leonardo, ed il simbolismo. Quest'ultimo però compare sotto forma di un fascinoso amalgama impostato sulla modificazione-mutazione delle forme reali o sulla fusione di queste con altre, oppure si riverbera, emergendo in alcune particolari figure concrete, come animali, elementi antropici o naturali (tra cui vegetazioni, alberi e frutti), che seppur dotate di significato autonomo, si arricchiscono di  altri concetti e recondite sfumature, come nel caso, ad esempio, della mela, la quale, tra i vari significati, diviene simbolo di perfezione e del divino.
            Anche la tecnica, sebbene egli sia artista capace di padroneggiare svariate modalità di esecuzione, è funzionale ad esaltare la ricerca artistica e le aspirazioni umane di Braşoveanu: infatti egli si avvale di una personale interpretazione del tratteggio grafico, che, scorrendo in modo continuo su uno sfondo bianco, permette alla nera china di creare visioni dal forte effetto chiaroscurale, impostato su contrasti e gradazioni tra immagini e sfondo, dall'intenso valore simbolico (non è un caso che la dicotomia bianco-nero rievochi nell'artista quella tra vita e morte).    
            Dunque siamo in presenza di un poeta dello spirito, il quale però per esprimersi ha tralasciato la parola in favore della pittura che è pregna sia di un'aura metafisica tipica, sul piano etnografico, degli artisti dell'Europa orientale abituati a vedere il mondo in modo verticale (basti pensare a Marc Chagall) tanto che tutti i suoi soggetti gravitano sospesi a metà tra terra e cielo, sia di una dimensione apotropaica che si identifica nell'eterna lotta tra il bene ed il male, dalla quale tende ad emergere, nonostante tutto, sempre una propensione al positivo.
            Concludendo, nell'esprimere il piacere di aver conosciuto un artista così profondo, ritengo pregne le parole del gallerista Andrea Lucchetta titolare della Galleria Elle a Preganziol (Treviso), nella quale Iurie Braşoveanu ha esposto recentemente, il quale ha affermato “... Braşoveanu è un artista di grande interesse, che per la sua poetica ha portato lustro alla galleria e l'ha fatta crescere sul piano culturale...”.  

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