“Irriverente...dissacrante...le
sue opere mi turbano!” Queste potrebbero essere le parole che un osservatore pronuncerebbe osservando una foto
di Inte Jag. Ed anch'io non ho difficoltà a condividerle... anzi ne aggiungerei
altre più scioccanti! Così facendo, sicuramente, avrei contribuito a “fare il
suo gioco”. Affermo questo perché Inte Jag è un artista che, anche contro le
apparenze, vuole bene all'uomo contemporaneo e nutre verso di esso una vera e
propria filantropia (da intendersi nel senso vero del termine) perché cerca di
fargli comprendere i paradossi, le imperanti contraddizioni e le mistificazioni
megafoniche del tempo in cui egli vive. Ma per far ciò, l'artista non ha scelto la via facile della sola
testimonianza rappresentata, spesso edulcorata, senza esporsi troppo, bensì ha
deciso di percorre l'irta salita della raffigurazione del lato crudo della
realtà e della vita, anche a costo di creare rigetto, allontanamento e diniego
da parte del pubblico.
L'intento
dell'artista è usare la creatività come grimaldello per smuovere le menti e gli
animi delle persone: avvalendosi, appunto, di una modalità irriverente, quasi
aggressiva, nonché scandalosa le costringe a svegliarsi dal torpore in cui sono
immerse per poi indurle alla riflessione, ad una presa di coscienza sulla
deriva del mondo, in modo da maturare in esse il senso della necessità di porvi
rimedio. Da tali intenzionalità, si comprende come Inte Jag sia un
intellettuale impegnato che crede in un'arte dalla funzione sociale, perché intesa
quale mezzo per cambiare il mondo, e dalle finalità educative, in quanto atta
prima a scuotere l'osservatore per poi indurlo a pensare con la propria testa.
Anche l'adozione dello pseudonimo, traducibile dallo svedese come “Non sono
io”, dimostra come per egli sia sostanziale evidenziare le doppiezze, le
schizofrenie, spesso mascherate da perbenismo, che pervadono la
contemporaneità, sottolineando in tal modo quanto mai siano attuali le
tematiche già evidenziate da L. Pirandello inerenti la crisi dell'Io. Oltre
all'evocatività misteriosa racchiusa nelle parole del suo nome d'arte, si
comprende come l'artista sia coinvolto in prima persona sia nel dipanare le
brutture della vita, sia, soprattutto, nel combatterle coraggiosamente sfidando
tutte le convenzioni.
Le
armi scelte da Inte Jag per concretizzare queste azioni destabilizzanti contro
la compassata futilità, sono la metafora e l'ironia. Con la prima, egli
trasferisce il significato da un'immagine all'altra caricandola di
espressività, mentre con la seconda, amplia questo contenuto sino ad arrivare
alla manifestazione del suo contrario. L'artista, infine, per aumentare il
senso di denuncia nonché la dissacrazione dei falsi miti, infonde alle sue
opere anche rimandi o elementi comici, risibili e sarcastici a costo di
divenire, fintamente, sacrilego e blasfemo.
Il
fotografo mette così in discussione la falsità, i bigottismi, le scintillanti
luci della mondanità ed i tabù idioti iconizzando quella “società fluida”,
descritta dalle tesi del sociologo Z. Bahuman, oramai vuota perché priva della
propria essenza, mancante di valori positivi e traboccante di ipocrisia. Ecco
perché, nei suoi lavori, la natura, l'uomo, gli oggetti e gli animali divengono soggetti di un “girotondo di anime
perse” che danno vita a pose assurde, paradossali teatrini ed accostamenti
apparentemente demenziali in cui anche il più piccolo particolare grida al
pubblico le folli sclerotizzazioni del mondo d'oggi.
E'
doveroso sottolineare che, sebbene le opere possano apparire esagerate, esse
non rasentano mai la volgarità gratuita: infatti l'artista non cade nel laido e
nel banale perché tutto il suo agire è frutto di una attenta e studiata
progettualità, come testimonia il ciclo “Ecce homo”, in cui, anche quando le
rappresentazioni sembrano mostrare un certo sadismo, non sfociano in inutili
provocazioni ma sono da intendersi come narrazioni dei raccapricci dell'oggi.
Ed a confermare questa attenzione nell'elaborazione e nella cura presente nei
suoi lavori si aggiunge l'atmosfera surreale, spesso quasi da sogno horror e
gli accenti simbolici che essi emanano.
Concludendo,
credo che Inte Jag, nonostante mostri il lato oscuro dell'uomo, non ne
sottolinei mai l'ineluttabilità ed il declino, ma abbia ancora speranza in lui
e perciò tenta di offrirgli una via d'uscita la quale, però, appare tanto
scioccante quanto sono le aberrazioni di quest'ultimo.
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