Il modo della creatività odierna, come del resto la società attuale, è oramai così immerso nella fluidità che tutto può essere considerato arte. Infatti, facendo riferimento anche alle parole di Z. Bauman, i punti fermi in ambito creativo si sono veramente assottigliati. Sulla scorta di quanto detto, è chiaro che definire il concetto di arte oggi non è facile ma è altrettanto palese che se un artista non è intellettualmente onesto con se stesso e non ha un obiettivo chiaro, rischierà di cadere in una dimensione di autocompiacimento, magari estetico, autoreferenziale e sicuramente poco, o per nulla, incidente sulla realtà. Dunque un artista, per essere tale, deve possedere delle volontà intenzionali, sostanziate sul piano culturale, che gli permettano di agire consapevolmente, a prescindere dalla fama, spesso solo mediatica.
Esaminando le opere di Edoardo Pilutti, e dialogando con lui, si comprende come egli abbia istanze intellettuali ben consolidate che persegue assiduamente. Infatti, partendo da una definizione di arte intesa come mezzo per riuscire a cambiare il mondo, e tenendo conto dei molteplici fattori pertinenti alla creatività, egli si propone con la propria interiorità di influenzare l'uomo per indurlo ad un cambiamento in ambito sociale. E per rappresentare questa positiva mutazione, egli cerca di far emergere il senso, o meglio l'anelito, della vita che si nasconde nella natura, sia essa microscopica, cioè nascosta e celata nel mondo vegetale o animale, oppure macroscopica perché incarnata nell'essere umano. Quest'ultimo infatti assume per il pittore una dimensione talmente grande da divenire sacrale ed ammantarsi di stupefacente mistero. Ed è proprio questo arcano, così indefinito, che si nasconde dentro il senso della vita a sollecitare Pilutti verso il continuo tentativo di carpire, come afferma, quel “qualcosa in più in merito a questo spirito vitale che sta alla base di tutto”. Nel rappresentare l'essere umano, l'artista cerca dunque di indagare, da un lato, il legame indissolubile che lega la psiche al corpo e, dall'altro, di porre l'attenzione sul rapporto tra il mondo maschile e quello femminile, in particolar modo nella contemporaneità, sottolineandone l'incomunicabilità.
Questi tentativi di comprendere il rebus della vita biologica, anche ai suoi livelli più bassi, e le incomprensibilità umane, Pilutti li ha iconizzati rappresentando paesaggi montani e soleggiati scorci marini, apparentemente incontaminati e solitari ma brulicanti di vita, o ritraendo figure umane inserite in sfondi mimetici ideali. E per accentuare senso di enigmaticità, egli ammanta le sue opere con un'atmosfera metafisica, che pervade tutto, dipinge corpi mutili con sguardi che non comunicano né parlano fra loro, sembrando separati e assenti, trasforma la figura umana in una sorta di kouros greco che si protende ad ideale, ma purtroppo mutila, perfezione, evadendo dalla realtà mimetica, e, infine, arricchisce lo sfondo con resti archeologici che recano scritte in greco antico. Il rimando all'arte classica, oltre a rimarcare reminiscenze scolastiche, costituire per l'artista una possibilità intellettuale ancora attuale e capace di confrontarsi con gli esempi più estremi dell'arte attuale, e perciò la ritiene quale fonte inesauribile di sollecitazioni e di contribuzioni per la costruzione delle sue opere.
Il mezzo espressivo usato dal pittore per rappresentare le sue volontà creative si struttura su una sua personale interpretazione del realismo simbolico, tanto che i corpi sono trattati come sculture abbozzate, perché da intendersi come idealizzati nel loro significato. Il tutto è poi esposto su un accattivante uso della pittura veneta, impostata su una tavolozza di colori primari, privi del nero, che creano vibranti macchie. Oltre a queste peculiarità pittoriche, l'artista aggiunge rimandi che appartengono ad altre branche artistiche, come la fotografia e la calcografia, atte a rafforzare sul piano visivo l'intensità del messaggio.
Osservando le opere in mostra presso la galleria L. Sturzo a Mestre, si può comprendere in modo esaustivo come Pilutti cerchi di fornire risposte alle insondabilità che si nascondono dietro il senso della vita e che da sempre accompagnano ed attraggono l'uomo.
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