Osservando le opere di Silviogiovanni Viola, si comprende come egli sia un artista eclettico e versatile. Infatti meditando sulla variabilità di dimensioni, di tecniche e, soprattutto, di temi che esse presentano si evince come questo artista non abbia un soggetto ideale unico e definito da indagare, ma si concentri su tutto ciò che attiri la sua attenzione e la sua riflessione. Così facendo Viola si pone in costante ricezione verso il mondo, sia esso tangibile e concreto o interiore e spirituale. Questo suo ascolto è così lato da contemplare anche l'imprevisto purché esso sia foriero di produttività consapevole e sia libero dalla casualità e perciò dalla banalità.
L'arte quindi per Viola assume una dimensione totalizzante e diviene fine ultimo e supremo capace di trasformare l'uomo in suo strumento creativo. Tale concetto lo avvicina agli esiti dell'estetismo (si veda il testo di Ugo Spirito La vita come arte del 1937), in cui l'arte travalica la dimensione di interpretazione della realtà e impegno sociale per concentrarsi sullo sperimentalismo, sull'atto creativo e, sul piano ideale, sulla ricerca della bellezza. Infatti Viola, seppur non evadendo dalla realtà, attribuisce a quest'ultima la proprietà taumaturgica di cambiare, e quindi evolvere, il mondo, scardinando l'esistente compassato grazie alle sue potenzialità estetiche e morali. Ed il protendersi verso di essa sprona l'artista a tentare di superare sempre se stesso, creando lavori sempre nuovi e liberi da altri rimandi culturali e da ritrosi artistici. Ma non è tutto. La bellezza induce dunque il pittore, da un lato, ad usare qualsiasi mezzo per raggiungere il proprio fine e, dall'altro, a guardare verso il futuro continuando, come afferma egli stesso, “a dar voce a quella realtà che non è rappresentata dalla pittura formale”.
E per concretizzare in piena libertà le sue opere, Viola si è avvalso di una sua personale concezione pittorica, nella quale si compenetrano molteplici tecniche esecutive partendo da quelle accademiche per giungere a quelle più contemporanee e che gli permettono di creare in estrema libertà. Anzi, proprio per essere ancora più duttile, ha fatto ricorso a un sottofondo vicino agli esiti realizzativi del surrealismo, senza però rimanere prigioniero, in quanto, come in tale movimento artistico, una delle sue peculiarità è la possibilità di essere estremamente poliedrico sul piano tecnico-esecutivo.
E' chiaro che il perseguire un'idea di arte capace di far “assaporare all'uomo un attimo di eternità”, allontana l'artista dalla mercificazione contemporanea, per avvicinarsi, in modo quasi colloquiale, in direttamente allo spettatore e stabilire con esso un rapporto pregno, come testimoniano le sue future volontà di creare un'opera pittorica “interattiva” che coinvolga anche fisicamente lo spettatore.
Viola dunque, attraverso gli incantesimi propri solo dell'arte, dà vita ad opere sempre nuove che si aggettano verso il futuro nel tentativo di liberare l'essere umano dalle contingenze contemporanee per regalargli inaspettati e pregni momenti che mai, causa schemi mentali precostituiti, avrebbe pensato di intravedere e soprattutto di provare.
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