E' veramente interessante la mostra collettiva che si è
inaugurata presso la galleria “L. Sturzo” a Mestre. Una pittrice, una ceramista
ed una designer di gioielli, grazie ad un accattivante amalgama espositivo dei
lavori, hanno mostrato al pubblico le tematiche più importanti delle loro
ricerche artistiche, quali: l'interiorità, l'impulso creativo, la curiosità,
l'eclettismo tecnico, l'introspettività, il sentimento e l'universo femminile.
Visitando l'esposizione gli spettatori hanno avuto il modo di compiere un percorso ideale nel quale è stato possibile osservare un'interessante compenetrazione tra vari ambiti creativo-esecutivi e, soprattutto, di poter comprendere i reconditi messaggi che questi celano.
La ricerca di Romina Cukon si incentra sulla rappresentazione dei paradossi umani che caratterizzano la nostra società, soffermandosi, in particolare, sulla donna. Quest'ultima è infatti il soggetto che più di ogni altro incarna queste contraddizioni: infatti, se da un lato, ella riveste ruoli concreti e di importanza sensibile nel mondo, dall'altro, in particolare nel mondo dei mass media e delle riviste patinate, diviene surrogato alterato, irreale, privo di contenuti e concretezza. E per iconizzare queste sue istanze, la pittrice si serve di una dicotomia pittorica e di una personale interpretazione del rapporto tra il soggetto e lo sfondo, il quale è inteso come non-spazio, atto ad esaltare maggiormente sul piano visivo queste incoerenze. Tale rappresentazione della figura femminile permette anche all'artista di indagare dentro se stessa e di continuare a soddisfare la sua innata curiosità intellettuale.
Elisabetta Nevola usa le grandi potenzialità esecutive della ceramica per concretizzare la sua intensa creatività e soprattutto poter godere dei sensibili e pregni momenti che la materia le regala durante la fabbricazione dei suoi gioielli. Essi, infatti, si possono definire come dei piccoli atomi carichi di energia in cui l'iniziale osservazione della natura da parte dell'artista, grazie ad un variegato eclettismo tecnico-realizzativo che mescola diversi materiali, si trasforma per condensarsi su minute forme ideali, talvolta mescolate a zoomorfismi, dalla piacevole valenza estetica, e, soprattutto dal forte significato simbolico.
Profondamente intimista, Katrin Puja usa il suo estro creativo per infondere nella materia, grazie alla duttilità della ceramica, tutto ciò che ella riesce a captare osservando la natura. Quest'ultima grazie alle sue diversità, umana e animale, e alle sue mutevolezze diviene viatico sensibile che permette all'artista di creare sia soggetti realistici, o simbolici, sia oggetti di uso comune. La dimensione naturale in tutta la sua complessità, oltre a offrire sempre nuovi ed affascinanti spunti creativi, mette a disposizione della ceramista anche gli elementi fondanti che la costituiscono, quali la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco, permettendole in tal modo di plasmare le sue opere. Sculture, piatti, vasi ed oggettistica varia sono dunque l'esito finale di un percorso in cui l'interiorità di Katrin Puija si mescola con il suo fare artistico, permettendole di carpire dal reale che la circonda sensazioni di felicità e contentezza.
Visitando l'esposizione gli spettatori hanno avuto il modo di compiere un percorso ideale nel quale è stato possibile osservare un'interessante compenetrazione tra vari ambiti creativo-esecutivi e, soprattutto, di poter comprendere i reconditi messaggi che questi celano.
La ricerca di Romina Cukon si incentra sulla rappresentazione dei paradossi umani che caratterizzano la nostra società, soffermandosi, in particolare, sulla donna. Quest'ultima è infatti il soggetto che più di ogni altro incarna queste contraddizioni: infatti, se da un lato, ella riveste ruoli concreti e di importanza sensibile nel mondo, dall'altro, in particolare nel mondo dei mass media e delle riviste patinate, diviene surrogato alterato, irreale, privo di contenuti e concretezza. E per iconizzare queste sue istanze, la pittrice si serve di una dicotomia pittorica e di una personale interpretazione del rapporto tra il soggetto e lo sfondo, il quale è inteso come non-spazio, atto ad esaltare maggiormente sul piano visivo queste incoerenze. Tale rappresentazione della figura femminile permette anche all'artista di indagare dentro se stessa e di continuare a soddisfare la sua innata curiosità intellettuale.
Elisabetta Nevola usa le grandi potenzialità esecutive della ceramica per concretizzare la sua intensa creatività e soprattutto poter godere dei sensibili e pregni momenti che la materia le regala durante la fabbricazione dei suoi gioielli. Essi, infatti, si possono definire come dei piccoli atomi carichi di energia in cui l'iniziale osservazione della natura da parte dell'artista, grazie ad un variegato eclettismo tecnico-realizzativo che mescola diversi materiali, si trasforma per condensarsi su minute forme ideali, talvolta mescolate a zoomorfismi, dalla piacevole valenza estetica, e, soprattutto dal forte significato simbolico.
Profondamente intimista, Katrin Puja usa il suo estro creativo per infondere nella materia, grazie alla duttilità della ceramica, tutto ciò che ella riesce a captare osservando la natura. Quest'ultima grazie alle sue diversità, umana e animale, e alle sue mutevolezze diviene viatico sensibile che permette all'artista di creare sia soggetti realistici, o simbolici, sia oggetti di uso comune. La dimensione naturale in tutta la sua complessità, oltre a offrire sempre nuovi ed affascinanti spunti creativi, mette a disposizione della ceramista anche gli elementi fondanti che la costituiscono, quali la terra, l'acqua, l'aria e il fuoco, permettendole in tal modo di plasmare le sue opere. Sculture, piatti, vasi ed oggettistica varia sono dunque l'esito finale di un percorso in cui l'interiorità di Katrin Puija si mescola con il suo fare artistico, permettendole di carpire dal reale che la circonda sensazioni di felicità e contentezza.
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