lunedì 4 luglio 2011

Gianmaria Potenza

Osservando l’opera di Gianmaria Potenza, non si può che rimanere incuriositi per il suo eclettismo e la sua enorme versatilità artistica. La sua idea di arte è intesa come messaggio che nasce e parte dall’artista, talvolta voluto e talvolta inconscio, per riflettersi su di noi attraverso l’opera d’arte. Quest’ultima diventa perciò depositaria di un racconto narrato attraverso una sorta di criptoscrittura, composta da forme geometriche, cerchi, quadrati, rettangoli, che induce ad interpretare tale messaggio soggettivamente. Questa forma contemporanea di cuneiforme, che sta a cavallo tra l’antico e il futuribile, amplifica maggiormente il mistero delle stesse sculture, che di per sé sono già dei simboli: sfere, colonne cilindriche, obelischi, forme geometriche euclidee, sono tutti solidi che ci richiamano idealmente all’idea di matematica, ovvero alla misura e alla comprensione della natura da parte dell’uomo, concetto presente anche nel leonardesco “Uomo di Vitruvio”. Si percepisce pure una dimensione ieratica senza tempo e senza spazio, equilibrata in ogni sua singola parte, essenziale perché composta da elementi puri, monumentale quasi come un monolito, e infine sacrale. L’estrema cura del dettaglio, i riflessi e le vibrazioni della luce sul bronzo dorato delle sculture in movimento o sui colorati vetri e i mosaici delle sue pittosculture, fanno trasparire la matrice veneziana, se non bizantina, dell’artista, il quale traspira le arie culturali di una città così unica e complessa. Emerge perciò una dimensione totalizzante dell’opera, che si sostanzia di elementi plurimi, ricchi di fascino, in grado di offrire infiniti spunti di contemplazione ed interpretazione. Potenza dunque ama connubiare fantasia e forte senso estetico ad una altrettanto possente dimensione culturale e storica, per creare magiche e fascinose realizzazioni, capaci di travalicare la realtà visiva contingente..

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