martedì 28 giugno 2011

Vittorio Felisati

Quando ci si trova di fronte alle opere del maestro Vittorio Felisati, basta solo un breve attimo per rimanerne dolcemente sedotti e attratti: tutto è gioia, serenità, contentezza. Egli ha saputo cogliere e     mostrare la tranquillità che si respira quando ci si lascia cullare dalla natura ancora incontaminata. Nelle sue opere il pittore mostra il suo amore per l’elemento  naturale, che si esprime attraverso la fusione di dolci pianure, pendii arrotondati, sinuose anse di fiumi e arbusti con i luminosi colori primaverili; il colore scorrendo copioso, armonioso ed equilibrato su tutta la superficie del dipinto, amplifica questo sentimento da lui provato per l’elemento agreste. Simbolo di questo innamoramento è il paesaggio: esso è inteso come espressione sincera, semplice, colloquiale, in cui  gli orpelli filosofici cedono il passo al piacere bucolico quasi, “arcadiano”, che sembra irradiarsi e traspirare dalla terra stessa. Si badi però che la sua apparente semplicità rivela uno studio intimo molto accurato del soggetto e un tocco attento, fatto di “virgole” veloci, dense e calibrate, che mostrano una mano sapiente, precisa, ma capace sempre di stupire per la continua attenzione dei particolari più minuti sia fisici sia materici. L’assenza di neri e di grigi e la presenza di chiaroscuri pigmentosi, fanno intravedere come il mezzo espressivo sia soltanto il puro ed armonioso colore tonale. Anche la città  con le sue case, i suoi vicoli, i suoi palazzi antichi, è vista con un occhio conviviale, quasi domestico, come traspare soprattutto negli scorci della sua Mestre:  l’artista ci mostra l’affetto che lo lega ad essa, ma allo stesso tempo rivela anche la malinconia di un tempo oramai passato. Per settant’anni il “decano”, che ha conosciuto tutti i movimenti culturali del novecento nella città lagunare, ha perseguito questa strada intimistica: ha saputo allontanarsi dalla velocità e dal malessere collettivo dell’uomo moderno per fermarsi e dipingere.

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