
L'osmosi tra l'arte pittorica e l'arte della danza ha catturato anche Ieva Sara Breiksa. E per capirlo, basta semplicemente osservare le sue opere che hanno come soggetto esclusivo il tango. Infatti ella oltreché poliedrica artista è anche valente ballerina e pratica in modo assiduo e coinvolgente sia tale tipologia di ballo sia il flamenco andaluso. Ma non è tutto. Nella traduzione sul piano iconico di questa intensa passione, Sara Breiksa alimenta costantemente la sua creatività pittorica e soprattutto la sua infatuazione verso il tango. E credo che le parole del ballerino argentino Miguel Ángel Zotto, di origine italiana, riescano ad esprimere in modo appassionante quanto sia viscerale l'amore che l'artista prova per questo ballo: “Il tango non è maschio; è coppia: cinquanta per cento uomo e cinquanta donna, anche se il passo più importante, l' "otto", che è come il cuore del tango, lo fa la donna. Nessuna danza popolare raggiunge lo stesso livello di comunicazione tra i corpi: emozione, energia, respirazione, abbraccio, palpitazione. Un circolo virtuoso che consente poi l'improvvisazione.” E per realizzare sul piano ideale questa corrispondenza tra la sua pittura e la sua vita, Ieva Sara Breiksa si avvale di una personale tecnica pittorica derivata dalla fusione tra abilità, sensibilità, conoscenze e competenze, queste ultime maturare e traspirate frequentando le istituzioni artistiche di vari paesi quali la Lettonia, sua terra natale, la Francia dove frequenta l'Accademia di Belle Arti di Parigi) e l'Italia .
Le sue opere quindi si caratterizzano sotto il profilo visivo dall'accostamento di campiture dai forti contrasti timbrici, create attraverso un colore materico capace di far emergere contemporaneamente sia il volume plastico nelle figure sia gli effetti chiaroscurali e di renderle scattose e spigolose così da accentuarne il dinamismo delle loro movenze. Il colore, caldo, dunque origina e segue il passo di danza dei ballerini a tal punto che li illumina con una luce angolata per accentuarne il senso del movimento. In tal modo i corpi dei danzatori assumono la dimensione di un verismo vibrato, materico dal forte impatto plastico, quasi scultoreo, fatto di figure, passi, pose e sequenze ed ambientato in un vagheggiato palcoscenico, che se da un lato rimanda, tramite accenni, alle atmosfere di quello delle milonghe, le balere dove si pratica il tango, dall'altro, vista l'inquadratura di media altezza dove sono posizionati i corpi, ha il compito di accentuare l'enfasi dei gesti. Oltre a ciò, ogni singolo lavoro è permeato da una forte emozionalità che si focalizza nell'esaltazione di una sensualità calda, vorace e turbinosa, tipica del tango, in grado di far provare allo spettatore lo stesso coinvolgimento provato dall'artista. Talvolta il movimento delle figure e dei corpi crea coreografie composite che si muovono in più dipinti consequenziali, aumentandone il senso di attrazione e di fascinazione.
Nelle opere più recenti di Ieva Sara Breiksa, il dato realistico, seppur vibrato, sta lentamente perdendo il suo aspetto formale, per divenire libero e vorticoso colore la cui intensità giustapposta aumenta il dato intuitivo più che figurativo: lo spettatore è portato a cogliere non più il movimento del ballo quanto piuttosto la sua percezione mentale.
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