venerdì 8 gennaio 2016

Antonio Del Donno

         
    Se dovessimo classificare l'Arte, soprattutto quella contemporanea così multiforme, la potremmo inserire, seguendo una traccia aristotelica, all'interno di tre sostanziali categorie: la prima intimista, la seconda sperimentalista e la terza sociale o sociologica. Subito, però, ci accorgeremmo che queste tipologie non sono a compartimenti stagni, ma fra di loro si possono intersecare, sovrapporre e aggregare. Ciò avviene perché gli artisti, secondo le volontà e le necessità interiori o pratiche, decidono di far prevalere l'una sull'altra oppure le fondono in un costrutto amalgama. E osservando le opere del maestro Antonio Del Donno si comprende come egli persegua proprio quest'ultima modalità, tramite la quale, però, l'artista sente il bisogno di infondere nei suoi lavori un rimando all'attualità, tanto che potremmo palare di “attualismo deldonniano”, facendo emergere in tal modo da questa unione una latenza e una propensione verso istanze sociali.
        Allora si comprende come per Del Donno l'arte sia l'unico vero mezzo che permetta la ricostruzione dell'identità umana, che dunque diviene il soggetto ideale del suo fare artistico. In questa epoca fluida, come afferma Z. Bauman, nella quale l'uomo ha perso i suoi riferimenti morali e culturali,  l'artista, esaltando le critiche alla società e scagliandosi contro le negatività attuali, le miserie della vita quotidiana e false mode che portano all'omologazione, vuole riscattare la società per far sì che si possa ritrovare la perduta concretezza.
            Del Donno dunque ha concepito l'opera d'arte sul piano teorico come viatico creativo che gli ha permesso di essere libero da ogni costrizione ed impedimento e capace di generare una pulsione ed una forza tali da indurre alla comprensione ed alla ponderazione lo spettatore. Egli ha così creato un personale mezzo espressivo, tra cui spiccano metafore ed allegorie che lo hanno portato, da un lato, ad iconizzare sia bidimensionalmente che tridimensiolmanlente (giungendo  talvolta alle grandi dimensioni delle installazioni) i suoi pensieri e le sue riflessioni più interne su un determinato soggetto ideale o tema contemporaneo, dall'altro, a coinvolgere lo spettatore nel processo attraverso il quale egli fa emergere in lui la propria conoscenza nascosta o sopita.
            Infatti l'artista grazie alle metafore, intese come un trasferimento di significato o sostituzione di essenza, mira a stupire lo spettatore con immagini dalla forte carica espressiva ed emotiva,  mentre usando le allegorie, in cui qualcosa di astratto viene espresso attraverso un'immagine concreta, cerca di indirizzarlo verso interpretazioni razionali di ciò che è sottinteso nell'opera.
            E così come la società odierna è priva di punti fermi, Del Donno per realizzare queste sue istanze intellettuali non si è fossilizzato su una sola modalità espressiva ed esecutiva, ma si è servito di una strutturata progettualità mentale, supportata da una consistente artigianalità costruttiva, unitamente ad un variegato uso di tecniche, materiali e supporti, che gli ha permesso di far trionfare la funzionalità necessaria sulla sola e costringente estetica (sia visiva che contenutistica), e di sentirsi libero di ricercare e di sperimentare. Egli ha creato dunque una personale maniera di creare  le opere, le quali appaiono sempre attuali ed intrise di armonia ed equilibrio anche quando si presentano volutamente percorse da crasi e contrasti visivi. Non c'è da stupirsi dunque se i lavori di Del Donno sembrano apparenti sfondi teatrali in cui materiali di uso comune - come vetro, legno, metallo, plastica – o figure geometriche, dalle valenze simboliche, spesso debordanti in accenni architettonici, campiture o squarci di colori dal timbro espressionista,  o ancora fotografie, collage, scritte sono sapientemente fusi, accostati, modificati e sovrapposti fra loro per dar vita  ad un solo spazio addensato di pensieri ed impulsi.
            Basta quindi osservare un'opera di Del Donno per capire che ci si trova d'innanzi ad un artista che non si può ascrivere ad una sola categoria esecutiva/creativa, anzi, ogni qualvolta si individuano nei suoi lavori rimandi allo spazialismo, all'astrattismo nonché al simbolismo, li comprendiamo solo in parte. Egli compone un unicum denso di idee, di atteggiamenti, di ironie, di emozioni, di sensazioni e di intenzioni che attrae ed affascina lo spettatore, inducendolo ad una interazione istintiva e cognitiva così forte che favorisce in lui pregne valenze.

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