domenica 19 gennaio 2014

Pecorelli - Madre-Vergine

Fin dalla sua comparsa, l’uomo ha cercato di capire e rappresentare le grandi tematiche sensibili che lo hanno visto coinvolto nel corso del tempo, riuscendo a dare loro una interpretazione grazie alla sacralizzazione o all’archetipizzazione di esse. Una tra le più importanti questioni affrontate dall’uomo primitivo è la capacità della donna di essere madre del genere umano e dispensatrice di bontà e di amorevolezza. Infatti fra le più conosciute testimonianze che le civiltà preistoriche ci hanno tramandato, spiccano le piccole sculture denominate Dee Madri. Realizzate in pietra con mezzi espressivi rudimentali, esse si caratterizzano per i tratti antropomorfi, la sagoma chiusa e compatta, la zona pubica particolarmente evidente e, molte volte, l’intero corpo inscritto in un ellisse. Il culto delle Dee Madri si è poi tramandato, sotto forme e rappresentazioni più o meno variabili, a tutte le civiltà apparse successivamente, comprese quella greca, egizia e romana travalicando i secoli e mantenendo sostanzialmente sempre lo stesso significato. Tanto che, anche nell’era moderna e contemporanea, pur su piani culturali diversi, l’uomo si è cimentato in tale misteriosa simbologia, nel tentativo atavico di comprenderla: ne sono esempi, solo per citarne alcuni, Mozart in musica, Jung e Neumann in psicologia, Modigliani in arte e Pasolini in scrittura. Anche Carlo Pecorelli ha voluto mettersi alla prova su questo archetipo così affascinante, privilegiando all’interno della sua ricerca le dimensioni sentimentali umane dell’affettuosità, della comprensione e della protezione materna che il concetto di dea-madre rievoca, rivisitando tali idee attraverso il suo simbolismo scultoreo. Egli ha dato vita ad un circuito espositivo chiamato “La linea dell’acciaio” nel quale sia possibile, grazie al mezzo espressivo della materia, concretizzare le sue riflessioni sull’idea di Madre. Per far ciò, ha piegato il suo rugginoso acciaio corten alla sua personale modalità espressiva, incentrata sul linearismo, e ha dato così vita a forme sensibili, capaci di emanare contemporaneamente significati sia ideali-concettuali, sia visivi. La sua curva si è arrotondata nel cerchio, da lui inteso come una emblematica figura geometrica ispirante non solo equilibrio, centralità e ciclicità eterna, ma anche, al contempo, metafora di abbraccio materno. Percorrendo le tappe di questo tragitto incentrato sul rapporto analogico forma-concetto, ideato da Pecorelli, e scrutando attentamente le opere dai sinuosi profili, si potranno cogliere le sottili evocatività che esse nascondono facendo emergere la primordiale ancestralità di ogni essere umano.

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