sabato 30 marzo 2013

Petro Carloni

Tante volte mi è capitato di ascoltare dagli artisti quale è la loro definizione del concetto di Arte e posso affermare che tante volte tale concezione proviene da un sentire comune. Per Pietro Carloni, invece, l'idea di Arte si incentra su una similitudine che si comprende nel tempo. Egli concepisce l'Arte come una pietra preziosa, che ognuno di noi ha nel proprio Io, la quale, nell'atto di svelarsi, manifesta il suo valore. E' chiaro che tale magnificenza altro non è che la capacità dell'artista di sapersi sempre sorprendere e perciò di comprendere il vero valore della vita stessa. La forza dell'Arte dunque, continua Carloni, sta nell'acquisire una dimensione memoriale, che emerge all'interno della biografia umana. E per confermare quanto detto, l'artista fa ricorso alla latente variabilità interpretativa presente nei racconti d'infanzia che, sospesi tra realtà e mito, rimangono indelebili nella memoria durante l'età adulta, perché ancora pregni di stupore e dunque capaci di sorprendere ma in modi differenti. Da tale concezione ideale deriva la capacità dell'artista di sapersi stupire ogni qualvolta sia attratto da questa preziosità e, successivamente di volerla concretizzare tangibilmente, dando così vita a percorsi creativi. Questi, inizialmente impostati su rimandi figurativi, lentamente giungono ad una sorta di sublimazione nata dalla sintesi tra l'interiorità e la visione estetica di Carloni, come evidenziano le opere presenti in questa esposizione, la quale si protende alla raffigurazione dell'essere che vive di emozioni e sensazioni e che si mostra espresso, ancora una volta, attraverso la similitudine del cerchio. Questo, nella sua perfezione e nella sua assenza di inizio e di fine, si riveste di significati pregni sui quali si riflette l'uomo che anela alla perfezione. Infatti le evoluzioni di questa figura geometrica che si compenetra con altre, si trasforma in spirali, si frammenta in curve dal piglio plastico e si muove secondo orchestrate ortogonalità, manifestano simbolicamente le riflessioni e le interrelazionalità sensibili ed interiori dell'essere umano. Ma non è tutto. Per realizzare le sue opere, Carloni fa ricorso sul piano tecnico ad una forte e libera gestualità segnica, fatta di liberatorie pennellate talvolta robuste talvolta guizzanti e veloci, che, da un lato, lo libera dal dato realistico per debordare verso dimensioni astratte nelle quali la forma si sintetizza e, dall'altro, gli permette di evadere dalla narratività per divenire espressività appassionata. Tali manifestazioni dei sentimenti, di introspettività ed evocazioni pregresse condivise dell'essere, per divenire ancora più liberatorie, sono poi arricchite da grammatiche e parole, che ne determinano maggiormente il contenuto, e dall'uso vibrante del colore per variegare l'insieme estetico ed armonico dell'opera. Nell'ultimo suo percorso, l'artista ha trasportato questo suo mondo creativo nella tridimensionalità oggettuale delle borse: non si tratta più solo di luoghi dell'arte, ma è il quotidiano che ci mostra il pensiero dell'artista. Il fine ultimo di Carloni è quello di porci d'innanzi ad una metaforica visione di esistenze animate su cui siamo chiamati ad indagare secondo le affinità o contrasti interiori di ciascuno.

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