sabato 28 marzo 2020

Daniela Turetta

Per Daniela Turetta l'arte è l'unico mezzo concreto che l'uomo ha a disposizione per elevare il proprio spirito dalla contingenza del reale, nonché per evadere dalla banalità e cercare di ritrovare quell'antico equilibrio che un tempo aveva stabilito con la natura. La pittrice, dunque, attraverso la sua creatività, cerca di togliere il superfluo e il negativo che circonda l'essere umano in modo che egli possa riacquistare la perduta consapevolezza   della propria essenza. I suoi paesaggi sono dunque da interpretarsi come viatico visivo per captare questa serena armonia che permea il creato e che oggi pare scomparsa. Le sue   raffigurazioni naturali, infatti, sebbene siano impostate secondo una modalità espressiva figurativa e dipinte con la tecnica dell'olio su tavola, sono intrise di un'atmosfera sospesa  che sembra far lievitare lo sguardo dell'osservatore dalla realtà contingente e farlo svolazzare, felice, nell'aria. Tale attrazione emotiva è generata dalla sapienziale esecutività di Daniela Turretta, la quale, grazie all'uso della prospettiva ribassata e del colore steso per velature, trasforma il suolo in una sorta di fascia colorata, a volte trapuntata sullo sfondo da picchi collinari, che si apre verso la maestosità del cielo il quale, a sua volta, fa da cornice al fluttuare  delle nuvole, al mutare dei colori del giorno e al divenire delle stagioni. Il cielo, le nuvole, la luce rarefatta e i colori della terra nonché questo senso di perpetuo movimento sono strettamente collegati con la quotidianità dell'artista. Essi sono la testimonianza tangibile e visiva dell'osservazione giornaliera e costante da parte di Daniela Turetta dei luoghi in cui ella vive e che, grazie alla sua sensibilità, trasforma ed ammanta di atmosfere sensibili capaci di generare amene sensazioni e riflessioni, sollecitando lo spirito e l'interiorità. 
L'artista quindi attraverso i suoi lavori offre all'osservatore una visione traslata che  lo induce a farsi affascinare dal paesaggio e, successivamente, a volgere lo sguardo verso l'alto e l'infinito, facendogli dimenticare in questo modo la frenesia contemporanea, il traffico e la confusione  per riempirgli il cuore di serenità e, come afferma ella stessa, fargli contemplare l'assoluto della bellezza taumaturgica, che solo la natura possiede.

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