domenica 29 marzo 2020

Roberto Furlan

Le opere di Roberto Furlan sono da intendersi come una sorta di pagine di un diario biografico sul quale egli racconta le sue  elucubrazioni, fatti, e storie e che hanno colpito. A conferma di ciò, basta leggere i  titoli che egli appone alle sue opere tra i quali spiccano “Labirinto”, “Lievitazione”, “sotto Pelle”, “Germoliato” e “Ricami di mia madre”. Ma, come balza all'occhio osservando i suoi lavori, si comprende subito che questo diario composto da immagini, non è stato “ scritto” usando lo strumento classico del pennello e della rappresentazione realistica, bensì  sono create attraverso l'ausilio di una sua personale esecutività che si avvale della tecnica mista, tra cui spicca l'uso del tessuto, che origina delicate trasparenze fatte di luci e colori. Queste ultime divengono dunque il mezzo visivo, ma soprattutto ideale con cui l'artista crea le pagine di questo diario e sono da intendersi come una grafia personale che tocca le corde più profonde dell'anima del artista. 
Per comprendere al meglio le opere, vista la loro iconografia, di  Roberto Furlan non basta solo osservarle attentamente, ma bisogna, leggendo il titolo e interpretarle secondo  la  propria sensibilità.  Solo in questo mdo quelle particolari campiture di colore  inizieranno parlarci. Non bisogna quindi avere un approccio razionale, bensì emozionale fortemente interiorizzato, anche perché queste striscioline di luminoso pigmento non sono disposte in modo casuale, ma rispondono ad un ordine ideale e spirituale, frutto dell'incoscio dell'artista , che a volte sembra assumere  aspetti quasi modulari che si riscontrano in opere diverse.    

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