domenica 29 marzo 2020

Giovanni Giuliani

Giovanni Giuliani è senza dubbio uno dei capiscuola della calcografia italiana nella prima metà del 1900. A lui si deve non solo il traghettamento da un secolo all'altro dell'arte grafica, nobilitandola rispetto alla mera ripetitività a cui era relegata nel diciannovesimo secolo, ma anche il suo consolidamento in ambito accademico, trasformandola in vera disciplina artistica. Oltre a ciò, si deve a lui pure l'introduzione di contributi esecutivo-intellettuali provenienti da sue varie esperienze europee, come ad esempio quella di matrice olandese, che hanno arricchito, e in un certo senso aggiornato, l'incisione sia locale che nazionale.     
La sua carriera artistica, partita da Venezia, sua città natale, sotto l'iniziale guida di E. Brugnoli, si consolida nel tempo concretizzandosi su una personale concezione artistica, equidistante dalle melanconie del decadentismo, dalle esuberanti veemenze moderniste del futurismo (come testimoniano i vari manifesti del movimento) e dalla corrente artistica novecentista, in cui l'elemento sostanziale è la narrazione umana. Quest'ultima è intesa da Giuliani come strumento privilegiato per esporre l'uomo, la sua quotidianità, anche quella più minuta e intima, il suo agire e, in particolare, la sua laboriosità, sapendolo raccontare anche quando esso è soggetto interposto, cioè non rappresentato direttamente nelle incisioni ma solo percepito grazie al suo operato.
Artista politecnico, dotato di una grande capacità espressiva, grazie alle sue calcografie ha  presentato dunque un ventaglio di manifestazioni umane che vanno dall'apparente silenzio di alcuni scorci o interni veneziani, in cui solo si intuisce la presenza umana, alla brulicante vita quotidiana  che si respirava nelle feste popolari e carnevalesche dei campielli. Ma, come scritto poc'anzi, le sue opere mostrano anche il lavoro dell'uomo, raffigurato in tutti i suoi aspetti, sia quello degli umili o dei poveri, come si evince nelle raffigurazioni dei pescatori, che quello frastornante, frenetico, moderno e contemporaneo, descritto nelle intense tavole dedicate ai cantieri edilizi aperti nella città lagunare durante gli anni trenta del 1900. E per rafforzare maggiormente queste sue narrazioni, Giuliani ha adattato anche la tecnica esecutiva: a seconda della percezione della quiete o dell'operoso chiasso il segno passa da calmo, pacato e disteso a nervoso variegato e dalla forte vibrazione chiaroscurale, come si evince nell'intricato incrocio delle travature e degli assi presenti nelle tavole commissionate all'artista dal conte Volpi di Misurata. In queste ultime, peraltro, si sentono anche echi vicini sia alle fresie futuriste sia alle magnificenti prospettive del Piranesi.  
La preziosa azione in campo scolastico e artistico rende quindi Giovanni Giuliani un vero e proprio maestro dell'arte italiana, degno di essere storicizzato e ricordato. L'interessante mostra a lui dedicata presso la galleria “Luigi Sturzo” a Mestre va proprio in questa direzione: mostrare ancora una volta l'alto valore culturale dell'opera di Giovanni Giuliani.

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